Commento a cura di Leonardo Marzorati.
Gli artisti astratti possono essere capiti solo conoscendo le loro vere sensazioni percepite. Sara Pellucchi, alias Shifter, non si sottrae a questa regola.
Il disegno si evolve in un espressionismo astratto dai colori semplici ma incisivi. Tavole minimaliste cariche di pathos rimarcano i lati più introspettivi dell’inconscio emotivo dell’autrice, in contrapposizione con il mondo che la circonda. Nelle opere di Shifter si possono ritrovare echi dei maestri dell’astrattismo quali Franzk Klinee e Willem de Kooning. I colori demarcano i soggetti della rappresentazione, garantendo una nitidezza e un contrasto cromatico capace di dare dei primi fondamentali sentori del significato dell’opera. Capire un’opera di Shifter non è compito facile. Tentacoli, cerchi concentrici e dardi rompono con l’astrattismo più classico, per immergerci in un surrealismo capace di analizzare il proprio io e le proprie sensazioni. Ciò che prova l’artista è lì, tra le robuste pennellate dei suoi quadri. La sua pittura passa dall’astrattismo delle spirali a soggetti più figurativi, come il personaggio “Montserrat” con il cappello blu, le sagome nere dei “Salti nell’Ombra” e le figure grigie accostate ai vortici colorati nelle “Nebulose in Sinestesie Distorte”. Dal 2010 Shifter espone in ogni angolo della Brianza, raccogliendo un felice connubio di curiosità e apprezzamenti. Dopo alcune personali particolarmente apprezzate (al Level Bar di Desio e a La Taste di Seregno), nel 2011 Shifter espone in importanti collettive come le mostre “Ansia d’artista” presso Villa Casati a Muggiò e “Libertà di pensiero e di espressione” presso Villa Buttafava a Desio. I suoi lavori ultimamente hanno oltrepassato i terreni brianzoli. Dall’aprile 2012 Shifter espone presso la galleria AccorsiArte di Torino e Venezia.