Nei suoi quadri vengono espressi i lati più introspettivi del proprio inconscio personale ed emotivo, nei quali viene rapportata la propria persona e i propri sentimenti in contrapposizione al mondo circostante. Forme monocromatiche e illustrazioni essenziali si muovono sinuosamente nello spazio del quadro dando vita a sensazioni, percezioni e storie.

Molti quadri rappresentano animali e insetti, creati utilizzando spirali o il colore pieno del grigio.

“Il colore Grigio è simbolo di distacco che denota un atteggiamento di auto protezione. Il Grigio conferisce neutralità o comunque un atteggiamento di prudente attesa di fronte alle scelte. Questo colore aiuta nella propria difesa e protezione, accresce saggezza e prudenza ma al contempo rende distaccati e introversi”. (Testo tratto dal libro -Nero. Storia di un colore- di Michel Pastoureau). Questi soggetti sono disegnati mentre si affacciano alla loro realtà; le figure grigie prendono il colore della nebulosa da cui vengono riflessi, la quale però è diversa dal colore effettivo della loro sinestesia nel nome che hanno, e infatti cola da loro e svanisce. (La sinestesia è un fenomeno sensoriale/percettivo, che indica una “contaminazione” dei sensi nella percezione. Associare involontariamente lettere, parole e numeri a dei colori).

Lo stesso significato del grigio persiste nei quadri dove fa da protagonista un piccolo omino col cappello, di nome Montserrat. Montserrat è colui che vive nella mente della pittrice, e vede i sogni e i ricordi. E’ stato creato per poter essere libero di vivere negli infiniti spazi della creatività, cosa che nessuno di noi può fare nella vita reale; a lui viene lasciata la possibilità di fare quello che vuole, e ciò va in contrapposizione a quello che viviamo tutti i giorni.

Nelle fotografie del concept “Visioni In Gradazione” viene espressa memoria e solennità, rappresentando nelle foto in bianco e nero momenti passati e ricordi, presi da vari luoghi visitati. I soggetti in queste foto sono paesaggi e particolari, che nella loro semplicità immortalano una visione, il cui ricordo e antichità vengono espressi poeticamente con le gradazioni del grigio. In tutte le foto c’è qualcosa di magico e surreale, come se fossero delle visioni.

Commento a cura di Leonardo Marzorati.

Gli artisti astratti possono essere capiti solo conoscendo le loro vere sensazioni percepite. Sara Pellucchi, alias Shifter, non si sottrae a questa regola.
Il disegno si evolve in un espressionismo astratto dai colori semplici ma incisivi. Tavole minimaliste cariche di pathos rimarcano i lati più introspettivi dell’inconscio emotivo dell’autrice, in contrapposizione con il mondo che la circonda. Nelle opere di Shifter si possono ritrovare echi dei maestri dell’astrattismo quali Franzk Klinee e Willem de Kooning. I colori demarcano i soggetti della rappresentazione, garantendo una nitidezza e un contrasto cromatico capace di dare dei primi fondamentali sentori del significato dell’opera. Capire un’opera di Shifter non è compito facile. Tentacoli, cerchi concentrici e dardi rompono con l’astrattismo più classico, per immergerci in un surrealismo capace di analizzare il proprio io e le proprie sensazioni. Ciò che prova l’artista è lì, tra le robuste pennellate dei suoi quadri. La sua pittura passa dall’astrattismo delle spirali a soggetti più figurativi, come il personaggio “Montserrat” con il cappello blu, le sagome nere dei “Salti nell’Ombra” e le figure grigie accostate ai vortici colorati nelle “Nebulose in Sinestesie Distorte”. Dal 2010 Shifter espone in ogni angolo della Brianza, raccogliendo un felice connubio di curiosità e apprezzamenti. Dopo alcune personali particolarmente apprezzate (al Level Bar di Desio e a La Taste di Seregno), nel 2011 Shifter espone in importanti collettive come le mostre “Ansia d’artista” presso Villa Casati a Muggiò e “Libertà di pensiero e di espressione” presso Villa Buttafava a Desio. I suoi lavori ultimamente hanno oltrepassato i terreni brianzoli. Dall’aprile 2012 Shifter espone presso la galleria AccorsiArte di Torino e Venezia.